La cantautrice Phoebe Bridgers ha raccontato un episodio avvenuto diversi anni fa a casa di Marilyn Manson, artista di cui era una fan.
La settimana nera di Marilyn Manson continua. Dopo le dichiarazioni della sua ex Evan Rachel Wood, che ha denunciato le sue presunte molestie, il Reverendo è stato oggetto di critiche da parte di moltissime persone che in passato gli sono state vicine, ed è stato scaricato anche dalla sua etichetta discografica. L’ultimo attacco in ordine cronologico è quello della giovane cantautrice Phoebe Bridgers, 26 anni, la cui esperienza con Manson è stata piuttosto inquietante…
Phoebe Bridgers parla della stanza degli stupri di Marilyn Manson
Su Twitter la cantante in nomination per quattro Grammy ha raccontato una sua esperienza da adolescente, quando era solo una ragazzina amante della musica del Reverendo.
Queste le sue parole: “Quando ero adolescente sono stata a casa di Marilyn Manson insieme ad alcuni amici. Ero una sua grande fan. Ha fatto riferimenti a una stanza della sua casa come la ‘stanza degli stupri‘. Ho pensato che avesse un pessimo senso dell’umorismo da confraternita. Ho smesso di essere sua fan. Sto dalla parte di chi si è fatto avanti“.
Ma non finisce qui. La Bridgers ha infatti attaccato anche chi in questo momento fa finta di cadere dalle nuvole: “L’etichetta discografica sapeva, il management sapeva, la band sapeva. Prendere le distanze adesso, fingendo d’essere scioccati e inorriditi, è patetico“. Di seguito il tweet:
Trent Reznor attacca Marilyn Manson
Tra i personaggi del mondo della musica che hanno scelto di allontanarsi dal 52enne Brian Warner, ma non da ieri, c’è Trent Reznor. La mente dei Nine Inch Nails produsse il primo album della sua band, ma non volle poi continuare la collaborazione, come spiegato a Pitchfork: “Negli anni ho parlato della mia antipatia per Manson come persona e ho tagliato i legami con lui quasi 25 anni fa. Come ho detto all’epoca, il passaggio dal libro di Manson è una completa invenzione. Ero infuriato e offeso quando è uscito e lo sono ancora oggi“.